“Nel momento della distruzione di Isola delle Rose, gli Operatori Economici della Costa Romagnola si associano allo sdegno dei marittimi, degli albergatori e dei lavoratori tutti della Riviera Adriatica condannando l’atto di quanti, incapaci di valide soluzioni dei problemi di fondo, hanno cercato di distrarre l’attenzione del Popolo Italiano con la rovina di una solida utile ed indovinata opera turistica.”
-La Costa Romagnola-
Dal 1° (primo) Maggio del 1968 (mille novecento sessantotto) al febbraio del 1969 (mille novecento sessanta nove) è esistita una piccola nazione al confine con l’Italia. Un piccolo stato nato dal sogno di un ingegnere italiano con il desiderio di realizzare la sua piccola e personale repubblica indipendente. Si tratta della “Insulo de la Rozoj”. Questo è il nome in esperanto dell’Isola delle Rose, una piattaforma artificiale di 400 (quattrocento) metri quadrati su cui è stata fondata la “Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose”.
Tutto è iniziato nel 1958 (mille novecento cinquantotto) quando l’ingegnere bolognese Giorgio Rosa decide di realizzare il suo sogno e dare inizio alla costruzione della sua piccola isola artificiale. Il punto scelto per la posizione della piattaforma era a circa 11,5 (undici virgola cinque) km davanti alla costa di Rimini. L’idea era suggestiva ma, ovviamente, non era un progetto facile da realizzare, anche se Giorgio Rosa era un ingegnere molto in gamba e anche molto determinato.
I lavori di costruzione sono stati interrotti spesso e per varie ragioni. Qualche volta ci sono stati problemi tecnici ed economici, a volte invece le autorità italiane hanno bloccato la costruzione a causa dei problemi legali o burocratici provocati da questa bizzarra costruzione in mezzo al mare. L’ingegner Rosa e la sua isola artificiale in acque internazionali, insomma, avevano creato una bella gatta da pelare per i burocrati italiani.
La costruzione della piattaforma è andata avanti per anni ma fino al 1967 (mille novecento sessantasette) questa terra di nessuno in mezzo al mare è rimasta quasi disabitata. Pietro Bernardini era l’unico abitante di questo luogo che era frequentato solo da Giorgio Rosa e dalle altre persone impegnate in questo incredibile progetto. Nel maggio del ’67 (sessanta sette) l’ingegner Rosa e gli altri riescono a trovare una falda di acqua dolce a circa 280 (duecento ottanta) metri di profondità, grazie a una perforazione del fondale. Da quel momento, quindi, arriva finalmente l’acqua, indispensabile per popolare finalmente questa nuova terra.
Il 20 agosto del 1967 (mille novecento sessantasette), poco dopo questa importante scoperta, l’isola viene aperta al pubblico e comincia a ricevere ospiti. Le notizie sulla strana idea di Giorgio Rosa erano ovviamente arrivate sulla terraferma e per tutta l’estate molte persone curiose hanno visitato questo luogo incredibile, al di fuori della giurisdizione italiana e di ogni altro stato.
Dopo l’estate i lavori sono continuati anche nei mesi autunnali e invernali, perché l’ingegner Rosa aveva un progetto molto ambizioso e voleva aumentare la superficie della sua isola con la costruzione di nuovi piani sopra al primo. Dopo l’inverno, dalla primavera nel 1968 (mille novecento sessantotto), il viavai di turisti e curiosi era iniziato come durante l’estate precedente.
Per il governo italiano era solo un’operazione commerciale. La posizione in acque internazionali era un modo per attirare turisti ma anche per evitare il pagamento delle tasse e non rispettare molte leggi italiane. La fantasiosa idea era ormai diventata un caso mediatico in Italia e all’estero. Il traffico di barche, però, era diventato così intenso da preoccupare le autorità italiane che erano ostili al progetto ma non avevano fatto niente di serio per distruggere il sogno dell’ingegner Rosa.
I problemi sono iniziati dal 1° (primo) maggio del 1968 (mille novecento sessantotto). Il progetto era diventato troppo ambizioso e quel giorno c’è stata la proclamazione di indipendenza del nuovo microstato con lo stesso Giorgio Rosa come presidente. Da questo momento è iniziata una battaglia legale tra il governo italiano e la nuova autoproclamata “Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose”. Gli eventi sono presto precipitati e l’isola artificiale dell’ingegner Rosa aveva ormai i giorni contati.
La prima iniziativa del governo italiano è arrivata il 21 giugno del 1968 (mille novecento sessantotto) con un blocco navale intorno alla piattaforma. La Guardia di Finanza e la Capitaneria di porto hanno circondato la nuova repubblica e impedito a chiunque di attraccare e sbarcare. Per tutta l’estate ci sono state interrogazioni parlamentari, lettere al presidente della repubblica e azioni legali in ogni possibile tribunale, ma a questo punto le autorità erano decise ad andare fino in fondo.
Tutti i tentativi di Giorgio Rosa di salvare il suo sogno sono stati inutili. L’Isola delle Rose è stata demolita nel febbraio 1969 (mille novecento sessanta nove) e il mare ha dato il colpo di grazia alla repubblica. La piattaforma, infatti, era stata indebolita e deformata dalle cariche esplosive dalla Marina Militare ma si è inabissata completamente il 26 febbraio a causa di una violenta burrasca in mare. E’ finita così la storia della piccola nazione di soli 400 (quattrocento) metri quadrati nel bel mezzo del mare Adriatico.
Dopo molti anni questa vicenda è stata riscoperta ed è diventata un argomento di ricerca e studio. In molti hanno cercato di interpretare l’operazione dell’ingegner Rosa in modo più profondo, per cercare di capire le sue vere intenzioni. Recentemente è stato realizzato anche un film diretto da Sydney Sibilia. Il protagonista della pellicola, Giorgio Rosa, è interpretato dal bravissimo attore italiano Elio Germano ed è disponibile su una famosa piattaforma di streaming internazionale.
Durante la sua breve esistenza la “Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose” ha avuto una costituzione e un governo. L‘esperanto era stato scelto come lingua ufficiale per stabilire l’internazionalità della popolazione. In quel breve periodo è stata ideata anche una valuta chiamata “Mill”, ma non è mai iniziato il conio e la stampa di monete e banconote. Sulla piattaforma, però, sono stati stampati dei francobolli ed è stato creato un vero ufficio postale. La nuova nazione aveva anche una sua bandiera che con tre rose rosse in campo bianco garriva al vento davanti alle coste dell’ostile Repubblica Italiana.
Una piccola favola in mezzo al mare! Ma in fondo chi non ha mai sognato di possedere una sua isola personale? Di fondare la sua repubblica, stabilire le sue regole e diventare il suo presidente? Chi non ha mai sognato di accogliere turisti e amici nel suo regno personale?
Nessuno può sapere con certezza le vere motivazioni dell’ingegner Rosa, non possiamo sapere se voleva solo arricchirsi, ma non si può negare il carattere romantico e affascinante del suo ambizioso progetto.
E voi?
Qual è il nome che nei vostri sogni avete dato alla vostra isola personale ?
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2 risposte a ““Insulo de la Rozoj””
È bello fantasticare!
Sempre! 🙂