La Divina Commedia
L’Inferno
L’Inferno è la prima “cantica” della Divina Commedia, lo straordinario poema Dante Alighieri. L’intera opera è infatti divisa tre parti principali conosciute come “cantiche”. Il titolo ogni “cantica” rappresenta il nome di ognuno dei tre regni che Dante attraversa durante il suo viaggio allegorico nell’Aldilà.
Tutte e tre le cantiche della Commedia sono a loro volta divise 33 (trentatrè) parti, chiamate “canti“, che rappresentano una tappa del viaggio e descrivono i luoghi che il Poeta attraversa, i personaggi che incontra e il modo cui vivono nel loro regno. L’Inferno realtà ha un canto più e, a differenza di Purgatorio e Paradiso, è composto da 34 (trentaquattro) canti. La prima “cantica”, infatti, rappresenta l’inizio dell’opera e questa ragione contiene un canto chiamato “proemio” che serve da introduzione all’intero poema.
La prima “cantica” del capolavoro di Dante è dedicata al regno delle anime perse che non possono salire Paradiso a causa dei peccati commessi in vita. L’Inferno nasce dopo il fallimento della ribellione organizzata Lucifero contro Dio. L’angelo più luminoso di tutti, infatti, viene cacciato dal regno dei cieli e scaraventato violentemente sulla Terra. Dopo la caduta, quando il suo corpo arriva al suolo, il terreno si apre sotto di lui per creare quell’immensa e profonda voragine cui è condannato a restare per sempre. L’impatto, infatti, imprigiona Lucifero un lago ghiacciato situato nel punto più profondo di questo enorme cratere, proprio al centro della Terra. L’angelo caduto, quindi, vive l’eternità conficcato nel ghiaccio perenne fondo a questo buio mondo sotterraneo, lontano dalla luce del suo creatore e compagnia dei dannati che come lui hanno scelto di vivere nel peccato e ribellarsi al volere Dio.
Prima arrivare nell’Inferno il Poeta si perde mentre è in viaggio e si ritrova nella famosa selva oscura. Tre animali feroci bloccano la strada verso la luce e il Sommo a questo punto si spaventa. Beatrice, la Madonna e Santa Lucia osservano tutto dal Paradiso, lo vedono in difficoltà e, preoccupate per lui, decidono inviare Virgilio in suo soccorso, come guida per ritrovare la strada giusta. Il grande poeta latino spiega Dante che l’unico modo per ritornare sulla retta via, nel suo mondo, è quello di iniziare un viaggio di purificazione nei tre regni dell’oltretomba.
Dante e Virgilio, quindi, iniziano il loro cammino e si dirigono verso Gerusalemme, costruita proprio sopra la voragine infernale. Nella città i due poeti trovano la porta d’ingresso del regno dei morti cui leggono una frase minacciosa che invita le anime a rassegnarsi al loro terribile destino. La prima tappa questo viaggio è l’Antiferno. Qui Dante incontra gli Ignavi, persone rifiutate sia dal Paradiso che dall’Inferno, condannati a vivere in questo luogo non avere mai scelto né il bene e né il male. Subito dopo questo gruppo di anime i due viaggiatori incontrano Caronte, che si occupa di traghettare le anime dannate sul fiume Acheronte raggiungere il Limbo, in cui si trovano le anime dei non battezzati e delle persone nate prima Cristo. Dopo questa terra di confine si apre finalmente il vero Inferno.
Questo regno è diviso nove zone chiamate “cerchi”. Sono delle cornici ricavate sul bordo della voragine creata dalla caduta di Lucifero. Ogni cerchio è riservato ad anime che hanno commesso alcuni tipi specifici di peccati e sono condannate per l’eternità a un particolare tipo punizione. Dante e Virgilio attraversano tutte queste cornici dell’Inferno e più in basso scendono nel cratere più diventano gravi i peccati delle anime che incontrano. Dopo il nono cerchio, in fondo a tutto, raggiungono il centro della Terra dove è imprigionato Lucifero nel luogo più lontano Dio.
Nell’Inferno dantesco le anime soffrono soprattutto della lontanza dal loro Creatore ma subiscono anche punizioni molto dolorose a causa delle loro colpe. Il metodo utilizzato Dante, stabilire la pena dei dannati che incontra, è basato sulla famosa legge del contrappasso. Questo sistema è presente in altre opere precedenti, di altri autori classici, ma nel poema dantesco raggiunge un’affascinante precisione. Dante è un maestro nell’immaginare in che modo l’anima deve essere punita bilanciare la gravità del suo peccato. Qualche volta il dannato viene tormentato una punizione che ricorda le sue debolezze e gli errori commessi in vita. In altre situazioni, invece, l’anima è costretta subire una pena contraria al suo modo di vivere e alla sua natura, che la priva dei piaceri inseguiti in vita.
L’Inferno è ovviamente popolato moltissime anime perché i peccatori sono numerosi e in ogni canto si può conoscere la vita di alcuni di loro. Le personalità storiche realmente esistite sono molte ma Dante ha scritto anche le storie di personaggi di fantasia o di persone non famose della sua epoca. Le rime del Sommo Poeta hanno reso immortali molti di loro e hanno spesso glorificato i grandi protagonisti della storia e della letteratura. particolare, nell’Inferno, troviamo l’incontro Paolo e Francesca puniti perché amanti nella vita e condannati a vivere in un’eterna e dolorosa vicinanza. La storia d’amore proibita questa coppia ha spesso ispirato altri artisti, affascinati dal profondo sentimento che li legava e che è costato a tutti e due la dannazione eterna
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Tutte e tre le cantiche della Divina Commedia si chiudono con la parola stelle e in particolare l’Inferno finisce con questo famose verso :
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
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Una risposta a “La Divina Commedia<BR>L’Inferno”
Grazie. E` sempre una fida piacevole fare gli esercizi.