La Spedizione dei Mille

iSpeakItaliano – La spedizione dei Mille

La partenza da Quarto

La partenza da Quarto.



Il Risorgimento

  Il Regno d’Italia nasce ufficialmente il 17 (diciassette) marzo 1861 (mille ottocento sessantuno), quando Vittorio Emanuele II si proclama Re D’Italia e mette fine a secoli di divisioni tra le popolazioni della penisola Italiana. In questo storico giorno quasi tutto lo Stivale torna ad essere una sola nazione ma, prima di arrivare a questo importante risultato, l’Italia ha attraversato un complesso periodo storico chiamato Il Risorgimento e la Spedizione dei Mille è stata forse il momento culminante di questa epoca.

La Spedizione dei Mille

  Il Risorgimento inizia dopo il Congresso di Vienna, nel 1815 (mille ottocento quindici), e finisce nel 1871 (mille ottocento settantuno) con la conquista dello Stato Pontificio e lo spostamento della capitale a Roma. In realtà non c’è un completo accordo sulle date, ma per tutti invece la Spedizione dei Mille è stata l’evento fondamentale per il completamento del processo di unificazione dell’Italia.

Il contesto storico

  Dopo la fine della seconda guerra di indipendenza, nel 1859 (mille ottocento cinquanta nove), in Italia c’erano solo 3 (tre) grandi regni che controllavano quasi tutto il territorio. Il Regno di Sardegna, della famiglia Savoia, possedeva la Sardegna e il Nord della penisola, il Papa regnava sul Centro e, infine, il Regno delle due Sicilie di Francesco II di Borbone dominava l’intero Sud e la Sicilia. In realtà c’era anche la piccolissima Repubblica di San Marino che non è mai diventata parte dell’Italia e che anche oggi è uno stato indipendente circondato dal territorio italiano.

La Sicilia si ribella

  Nel mese di aprile del 1860 (mille ottocento sessanta) in Sicilia scoppiano nuovi disordini che vengono repressi nel sangue dai soldati borbonici di re Francesco con l’uccisione di diversi ribelli. Nonostante i morti la ribellione non si placa. Manifestazioni e insurrezioni sono sempre più frequenti, incoraggiate dalla speranza di un intervento di altre forze militari dall’esterno del regno. In Sicilia, infatti, continuano ad arrivare voci di preparativi per una spedizione militare di Garibaldi e dei suoi uomini per aiutare la loro rivolta.

Il nemico giurato

  Garibaldi, infatti, da tempo carca uomini volontari e raccogliere soldi per la creazione di un esercito con lo scopo di realizzare l’unità d’Italia. L’Eroe dei due mondi non era però convinto di cominciare la sua impresa dal Regno delle due Sicilie. Per Garibaldi il nemico più importante è il Papa e il suo obiettivo principale è la conquista di Roma e dello Stato Pontificio.

La preparazione

  Per il famoso condottiero italiano, però, il bisogno di agire però è troppo forte e non gli permette di restare con le mani in mano. Garibaldi, quindi, mette da parte momentanemante l'idea di entrare a Roma e sceglie di iniziare l’organizzazione di una spedizione in Sicilia, per unirsi alle forze ribelli e liberare il Sud dai borboni.

La penisola italiana nel marzo del 1860

La penisola italiana nel marzo del 1860.
In giallo il Regno di Sardegna.
In viola il Regno Lombardo-Veneto in mano all'imperatore austriaco.
In verde lo Stato Pontificio, in rosso il Regno delle Due Sicilie.

Si parte!

  La notte tra il 5 (cinque) e il 6 (sei) maggio, dunque, Giuseppe Garibaldi al comando di un migliaio di volontari parte da Quarto, vicino a Genova, diretto in Sicilia e da inizio alla storica Spedizione dei Mille. Il piccolo esercito deve unirsi alle forze rivoluzionarie siciliane e rovesciare il governo di Francesco II di Borbone. L’11 (undici) maggio 1960 (mille novecento sessanta) i volontari di Garibaldi sbarcano a Marsala e insieme ai rivoluzionari formano l’Esercito meridionale. Inizia così la guerra di liberazione del Regno delle Due Sicilie.

Una rapida avanzata

  Mentre l’esercito meridionale combatte con determinazione l'esercito borbonico e risale velocemente lo Stivale da sud verso Napoli, la popolazione civile, incoraggiata dalla spedizione, da un contributo importante al successo dell’ambiziosa operazione militare con numerose rivolte spontanee. Battaglia dopo battaglia, infatti, le truppe di Garibaldi aumentano di forza e di numero, fino a diventare inarrestabili.

La fuga a Gaeta

  In pochi mesi i garibaldini conquistano tutto il Regno di Francesco II e il 6 (sei) settembre 1960 (mille novecento sessanta) costringono il Re a rifugiarsi nella fortezza di Gaeta, al confine con lo Stato Ponteficio, protetto dall’ultima parte dell’esercito borbonico ancora fedele. Il 7 (sette) settembre, invece, Garibaldi entra vittorioso a Napoli e la gente lo accoglie in trionfo come un liberatore.

Un'avanzata vittoriosa

  Mentre le camicie rosse conquistano il Sud Italia l’esercito del Regno di Sardegna porta avanti un’altra campagna militare da Nord verso sud per l’annessione dei territori intorno allo Stato Ponteficio. Anche questa spedizione procede con successo e ben presto l’Italia è praticamente unita con l’eccezione dei territori del Lazio in mano al Papa.

L'assedio di Gaeta

I due eserciti del Regno di Italia procedono quindi vittoriosi e senza troppe resistenze per raggiungere confini dello Stato Ponteficio. Quando arrivano in Campania, i garibaldini e l’esercito sabaudo di Vittorio Emanuele II, si riuniscono per prepararsi all’assedio di Gaeta e allo scontro finale contro Francesco II e il suo esercito.

Missione compiuta

  La vittoria è ormai vicina! Il 26 (ventisei) ottobre 1860 (mille ottocento sessanta) a Teano avviene lo storico incontro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi. Il condottiero italiano è ormai consapevole di non poter proseguire la sua spedizione nei territori del Papa e capisce che il suo compito è finito. Garibaldi saluta quindi Vittorio Emanuele come nuovo Re D’Italia, riconosce la sua autorità e gli consegna il controllo sulle terre conquistate dai suoi uomini.

Obbedisco

  La leggenda narra che Garibaldi, di fronte a Vittorio Emanuele II, abbia pronunciato la storica parola Obbedisco per accettare la decisione di mettere fine alla sua missione e non proseguire oltre la sua avanzata. In reatà le cose non sono andate esattamente così.

Si torna a Caprera

  Con questo incontro, in ogni caso, si può considerare conclusa la leggendaria Spedizione dei Mille. I garibaldini, a questo punto, si uniscono all’esercito sabaudo e pochi giorni dopo, il 6 (sei) novembre, Garibaldi lascia il comando e torna in Sardegna, nella sua casa sull’isola di Caprera.

Gaeta cade

  L’assedio a Francesco II si conclude infine il 13 (tredici) febbraio 1861 (mille ottocento sessantuno), dopo 102 (centodue) giorni in cui la piccola cittadina di Gaeta subisce i peggiori bombardamenti della sua storia.

Giuseppe Garibaldi 1861

Giuseppe Garibaldi nel 1861.

L'ossessione per Roma

  Negli anni successivi Garibaldi tenta più di una volta delle azioni non autorizzate contro lo Stato Ponteficio e per questo viene punito. La sua idea di liberare Roma è quasi un’ossessione ma gli causa problemi e disaccordi con il Re d’Italia fino a causare il suo arresto dopo la battaglia di Mentana.

Garibaldi eroe del Risorgimento

  Garibaldi è per gli italiani uno dei più grandi personaggi della storia, nonostante le ultime azioni fallimentari e nonostante una diversa visione storica sulla guerra di annessione del Regno delle Due Sicilie. Il condottiero italiano è ancora oggi celebrato come il più popolare eroe del Risorgimento e la sua Spedizione dei Mille è considerata l’azione militare più importante per la nascita dell’Italia.








Rispondi alle domande e verifica la tua comprensione del testo.

1 - Il Risorgimento finisce con la Spedizione dei Mille ?



2 - La Repubblica di San Marino è stata conquistata dai Savoia?



3 - La Sicilia diventa indipendente nel 1860?



4 - Chi è il nemico più importante per Garibaldi?



5 - Roma inizia la Spedizione dei Mille per conquistare Roma?



6 - Da dove parte la Spedizione dei Mille?



7 - La Spedizione dei Mille inizia a maggio 1860 e dura più di un anno?



8 - Garibaldi viene arrestato alla fine della Spedizione?













La Spedizione Ipotetica

Coniugazione

Scegliete i tempi e i modi più giusti

  Se garibaldi non la Spedizione dei Mille la storia dell'Italia oggi molto diversa perchè il processo di unificazione del Paese forse più lento e difficile.

  Qualche zona dello Stivale oggi forse non parte dell'Italia se la guerra contro il Regno delle due Sicilie non ci e se i Mille non il Sud dai Borboni.

  La Sicilia una regione italiana se Garibaldi non da Quarto? A Napoli ancora un Borbone se le Camice Rosse non per cacciare Federico II?

  Tutte domande fatte solo per torturarvi, a cui è inutile dare una risposta perchè la storia è ormai scritta e la Spedizione dei Mille c'è stata ed è stata importante per l'unificazione dell'Italia.









La Macchina del Tempo

Riscrivete il testo come se fosse nel passato. Scegliete i tempi e i modi giusti per descrivere le azioni già accadute.

Si parte!

  La notte tra il 5 e il 6 maggio, dunque, Giuseppe Garibaldi al comando di un migliaio di volontari parte da Quarto, vicino a Genova, diretto in Sicilia e da inizio alla storica Spedizione dei Mille. Il piccolo esercito deve unirsi alle forze rivoluzionarie siciliane e rovesciare il governo di Francesco II di Borbone. L’11 maggio 1960 i volontari di Garibaldi sbarcano a Marsala e insieme ai rivoluzionari formano l’Esercito meridionale. Inizia così la guerra di liberazione del Regno delle Due Sicilie.

Una rapida avanzata

  Mentre l’esercito meridionale combatte con determinazione l'esercito borbonico e risale velocemente lo Stivale da sud verso Napoli, la popolazione civile, incoraggiata dalla spedizione, da un contributo importante al successo dell’ambiziosa operazione militare con numerose rivolte spontanee. Battaglia dopo battaglia, infatti, le truppe di Garibaldi aumentano di forza e di numero, fino a diventare inarrestabili.

La fuga a Gaeta

  In pochi mesi i garibaldini conquistano tutto il Regno di Francesco II e il 6 settembre 1960 costringono il Re a rifugiarsi nella fortezza di Gaeta, al confine con lo Stato Ponteficio, protetto dall’ultima parte dell’esercito borbonico ancora fedele. Il 7 settembre, invece, Garibaldi entra vittorioso a Napoli e la gente lo accoglie in trionfo come un liberatore.

Un'avanzata vittoriosa

  Mentre le camicie rosse conquistano il Sud Italia l’esercito del Regno di Sardegna porta avanti un’altra campagna militare da Nord verso sud per l’annessione dei territori intorno allo Stato Ponteficio. Anche questa spedizione procede con successo e ben presto l’Italia è praticamente unita con l’eccezione dei territori del Lazio in mano al Papa.

L'assedio di Gaeta

I due eserciti del Regno di Italia procedono quindi vittoriosi e senza troppe resistenze per raggiungere confini dello Stato Ponteficio. Quando arrivano in Campania, i garibaldini e l’esercito sabaudo di Vittorio Emanuele II, si riuniscono per prepararsi all’assedio di Gaeta e allo scontro finale contro Francesco II e il suo esercito.

Missione compiuta

  La vittoria è ormai vicina! Il 26 ottobre 1860 a Teano avviene lo storico incontro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi. Il condottiero italiano è ormai consapevole di non poter proseguire la sua spedizione nei territori del Papa e capisce che il suo compito è finito. Garibaldi saluta quindi Vittorio Emanuele come nuovo Re D’Italia, riconosce la sua autorità e gli consegna il controllo sulle terre conquistate dai suoi uomini.































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