Il 16 giugno 1313 (mille trecento tredici), circa sette secoli fa, è nato a Firenze lo scrittore e poeta italiano Giovanni Boccaccio. Questo artista è considerato uno dei più importanti per la cultura italiana e, insieme a Dante e a Francesco Petrarca, si può definire come uno dei “padri” della lingua e della letteratura italiana. I tre scrittori del ‘300 sono infatti chiamati le “Tre Corone” e le loro opere hanno fatto diventare la lingua Fiorentina molto importante nel mondo della letteratura.
Boccaccio ha vissuto una parte della sua vita a Napoli, dall’età di 14 (quattordici) anni fino all’età di 27 (ventisette) anni. In questo periodo di circa 13 (tredici) anni lo scrittore ha finito i suoi studi e ha iniziato a scrivere le sue prime opere. Dopo il 1340 (mille trecento quaranta) è tornato a vivere a Firenze per alcuni anni prima di trasferirsi a Certaldo fino alla sua morte il 21 (ventuno) dicembre del 1375 (mille trecento settantacinque) .
Giovanni Boccaccio è stato un grande studioso e ammiratore di Dante Alighieri ma anche un amico di Francesco Petrarca, che ha influenzato molto il suo modo di scrivere e la sua vita.
La sua opera più famosa è il “Decameron”, una delle più importanti della letteratura europea del 1300 (mille trecento). Il libro è una raccolta di cento novelle ed è anche il primo libro scritto in volgare, la lingua antenata dell’Italiano. Fino a quel momento la nuova lingua non era mai stata usata per scrivere dei racconti ma solo poemi e poesie.
Il Decameron è un’opera molto attuale, è infatti la storia della vita di un gruppo di amici durante una quarantena. Nel Marzo del 1348 (mille trecento quarantotto) Firenze è stata colpita da una terribile epidemia di peste nera che ha ucciso una grande parte della popolazione della città ed è durata per molti mesi. Questa epidemia ha colpito tutta l’Europa ed è diventata famosa con il nome di “Morte Nera”.
Boccaccio ha immaginato la storia di sette ragazze e tre ragazzi molto ricchi che cercano di scappare da questa terribile malattia. Il gruppo di amici decide di trasferirsi in luogo più sicuro. Tutti insieme si spostano in una casa di campagna per vivere lontani dalle altre persone nel periodo dell’epidemia.
La quarantena volontaria era molto difficile, proprio come quella che abbiamo vissuto in questi giorni. I giovani amici non avevano computer, tablet o smartphones, e internet non era ancora stato inventato. Il 1300 (mille trecento) non offriva molte possibilità di divertimento in casa e per i ragazzi è stato necessario trovare un modo per non morire di noia. Durante il giorno il gruppo passava il tempo con molte attività diverse come il ballo o il canto. L’attività più importante e divertente, però, era stare insieme ogni pomeriggio e ascoltare uno di loro raccontare delle storie a turno.
Ogni giorno quindi, tranne il venerdì e il sabato, uno di loro veniva eletto re della giornata e doveva scegliere un genere di racconto mentre tutti gli altri dovevano raccontare una storia sul tema scelto dal re. I racconti erano molto diversi e parlavano dello stile di vita di quel tempo, a volte raccontavano anche di situazioni scandalose e segrete. Il Decameron, quindi, racconta la vita dei ragazzi ma è in realtà la raccolta delle loro storie.
L’idea di questi ricchi ragazzi annoiati ricorda molto le nostre moderne maratone di film, di serie TV, o di giochi di società, ma per loro era l’unico modo di evitare la noia di una vita lontana dal resto del mondo.
In questo periodo di quarantena obbligatoria si è parlato molto di questa importante opera di Giovanni Boccaccio. E’ una storia così simile a quella dei nostri giorni e, forse, qualcuno si è ispirato ai ragazzi del Decameron per trascorrere questo periodo di emergenza in un modo piacevole, insieme a un allegro gruppo di amici fra canti, balli e storie da raccontare.
Purtroppo sembra più probabile che, alla fine della pandemia quando la quarantena sarà solo un brutto ricordo, qualcuno pubblicherà un Decameron 2020 ma pieno di storie vissute online davanti a uno schermo e una tastiera, insieme ad un gruppo di amici in videoconferenza su Zoom.