Per la prima volta è stato creato in laboratorio un odore artificiale. Fino ad oggi gli scienziati hanno studiato solo cosa accade nel cervello quando arriva uno stimolo dal naso, ma non erano riusciti a inviare informazioni attraverso il senso dell’olfatto.
I ricercatori statunitensi della New York University e i ricercatori italiani dell’Istituto Italiano di Tecnologia sono riusciti per la prima volta a fare arrivare un finto odore al cervello di piccoli topolini da laboratorio.
L’olfatto è forse il senso più misterioso dei cinque che abbiamo. L’attività della ricerca scientifica era limitata all’osservazione delle cellule nervose che rispondono allo stimolo di un odore. Un profumo, una fragranza o un aroma sono messaggi molto complessi fatti di singole informazioni elettriche più piccole che risvegliano aree specifiche del cervello.
Un odore, quindi, è un’informazione complessa simile a una parola o una frase composta di singole “lettere” di un misterioso alfabeto. Ovviamente il nostro naso e il nostro cervello conoscono bene questa lingua e la usano per comunicare fra di loro. Il naso riceve informazioni dal mondo esterno e “parla” al cervello con una sequenza di piccoli impulsi elettrici che rappresentano un messaggio diretto alle cellule nervose.
Prima di questo importante studio era possibile inviare solo “lettere” al sistema nervoso ma non una parola o frase, perché conoscere un alfabeto non è sufficiente a parlare correttamente una lingua. Costruire un odore artificiale è molto complesso, è importante conoscere le “lettere” giuste ma anche il “vocabolario” da usare per scrivere delle cose che hanno un significato. Gli stimoli devono seguire il giusto ordine e usare il giusto ritmo per essere capiti dal cervello.
I ricercatori italiani insieme a quelli americani sono finalmente riusciti a costruire un modello matematico per inviare la giusta sequenza di impulsi e creare degli odori virtuali. L’esperimento è stato possibile grazie a dei topolini da laboratorio modificati geneticamente. Gli scienziati sono riusciti ad inviare al cervello dei piccoli animaletti le informazioni elettriche nel giusto ordine e con il giusto ritmo per ingannare i topolini e fargli sentire il finto odore. L’esperimento ha funzionato, i topi hanno reagito agli stimoli elettrici con il comportamento normale per l’odore reale.
La ricerca è molto importante perché con questo modello è stato trovato un modo per iniziare a dialogare con il cervello, non solo per gli odori ma anche per altri tipi di informazioni. Adesso è possibile studiare meglio il modo in cui il cervello elabora le informazioni che arrivano dai cinque sensi e capire come riparare i danni causati da traumi e malattie. Con una tecnica migliore si può tentare di creare delle interfacce artificiali per comunicare col cervello e chiedere informazioni quando qualcosa non funziona nel modo giusto.
Lo studio è un grande successo ed è stato pubblicato sulla rivista Science, ma ora qualcuno deve finalmente dare un pezzo di Parmigiano Reggiano vero a quei poveri topolini che da mesi rincorrono affamati il suo finto odore virtuale.