L’acqua è un richiamo forte per le persone che nascono e crescono a pochi passi da un’infinita distesa blu. Impossibile ignorare la presenza del mare, perfino quando non lo vedi. Quando è calmo riempie l’aria della sua placida presenza e quando è arrabbiato puoi sentirlo gridare da una grande distanza, soprattutto la notte quando tutto tace e sei un vampiro senza sonno. Rinunciare a questa presenza è impossibile perché toglie forza e orientamento. Tutti quelli che hanno vissuto la sua imponente forza così da vicino, sin da bambini, sanno perfettamente cosa intendo.
L’incontro e il contatto con il mare può essere molto diverso, può cambiare a seconda del tuo o del suo umore.
A volte il semplice contatto di un piede con la fredda acqua del mattino può intimorire. La voglia di entrare non è ancora desiderio e si sceglie di avanzare timidamente, piano piano, a piccoli passi. Ogni onda più alta è un sussulto. Il fiato si ferma mentre si alza il corpo sulla punta dei piedi per evitare il contatto, per evitare gli schizzi d’acqua simili a proiettili di ghiaccio sulla nostra pelle. Si avanza piano e allo stesso tempo si prova a bagnare ogni centimetro del corpo con le mani, per rendere meno scioccante l’inevitabile momento del contatto finale. Una lenta guerra tra la voglia di tornare sull’asciugamano a godersi il sole caldo e il desiderio intenso di lasciarsi inghiottire completamente dalla profondità del mare.
All’improvviso, però, prende il sopravvento la voglia di sparire dentro quel misterioso regno sommerso. Il freddo scompare nella mente. Un balzo improvviso mentre si trattiene il respiro e per un lungo attimo non c’è più terra e cielo, ma solo il silenzio di rumori attutiti, in cui vince il desiderio di restare sotto a godere la pace dell’acqua tutta intorno a noi. Per un lungo attimo sono movimenti lenti in un mondo sfocato fino a quando la necessità dell’aria ci riporta in superficie, ci riporta alla realtà. La paura di entrare è scomparsa e vince il piacere di indugiare nel fresco e rassicurante ventre del mare. Tra una nuotata e una pausa si può restare a lungo inghiottiti con il corpo nell’acqua e con lo sguardo rivolto in alto, verso il gemello azzurro del gigante che ci culla.
Qualche volta il mare può essere arrabbiato ed è necessario prestare attenzione, ascoltare e portare molto rispetto al suo cattivo umore. La tentazione di sfidare l’acqua è forte quando si alza con onde alte invece di restare pacifica a consolare ogni creatura al suo interno. Qualche sciocco pensa di poter dominare questa rabbia e dimentica di sfidare una delle più potenti forze della natura. Si può ancora giocare con lui in questo stato d’animo ma è meglio non provocare troppo.
Si entra di solito con molta decisione, senza temere il freddo e con la voglia di combattere. Un continuo tuffarsi e rituffarsi in mezzo ai piccoli muri d’acqua che ci vengono incontro. Si conquista qualche metro con qualche bracciata e poi è bello abbandonarsi e rotolare in mezzo a un cavallone più alto. E ancora in piedi e ancora sul fondo. Se non si decide di essere stupidi è bello fare la lotta con il gigante blu. Se si evita di spingersi troppo avanti, dove il gioco diventa pericolo, si può uscire dall’acqua esausti, totalmente rilassati e svuotati dalla forza del mare arrabbiato.
A volte, invece, si arriva con la smania di gettarsi senza pensare. Forse per il grande caldo, dopo una bella corsa o semplicemente per il desiderio di perdere forma, andare in pezzi e trovare pace in una forma più grande in cui sparire per qualche istante. Una forma fatta di questa enorme distesa d’acqua dai colori cangianti, che avvolge e rinfresca il nostro corpo e rende più leggero il peso di ogni pensiero.
Preferisco questa voglia irrefrenabile di entrare subito perché amo il mare, è una parte essenziale dell’esistenza, un luogo primordiale in cui trovare nuovamente armonia e serenità, lontano dal mondo e il suo rumore, per tornare di nuovo al mondo e al suo rumore, finalmente rigenerati dalla sua energia vitale. In un attimo e senza paura sei già dentro, resti un po’ in profondità, avvolto dall’acqua, senza resistere per lasciare che il corpo ritrovi la superficie senza fretta, spinto solo dalle leggi della fisica.
A volte, come questa mattina, dopo alcuni minuti sdraiato comodamente al sole, proprio quando i pensieri perdono consistenza e diventano fumosi, quando i rumori intorno a te si smorzano e diventano silenzio, arriva improvvisa la sete d’acqua irresistibile. Dopo pochi minuti di indecisione sei di nuovo in piedi sulle rocce, dopo qualche secondo sei sullo scoglio giusto e in solo attimo il tuffo e l’impatto con l’acqua. Nell’acqua un po’ più profonda sfrutti il balzo senza fare resistenza, avanzi senza fatica e prolunghi il più possibile la tua corsa in apnea, per godere il mondo sommerso fatto di forme indefinite e suoni ovattati. Quando la spinta finisce cerchi un po’ di aiuto dalle braccia per guadagnare altri metri e infine, lentamente, ritorni in superficie. Con qualche bracciata robusta provi a mettere altra distanza tra te e il mondo rumoroso che popola l’intera scogliera su cui eri pochi istanti prima. Lontano da tutti finalmente ti abbandoni sul dorso, con la faccia rivolta al sole e la piacevole sensazione di sentirti solo un peso morto che sta a galla sul mare.
Non importa in che modo si entra in acqua, a me importa solo fare un po’ di lotta contro questo elemento e rigenerarmi. Nuotare, immergermi sotto la superficie, stancarmi e infine restare semplicemente a galla con l’unico desiderio di abbandonarmi completamente e lasciarmi avvolgere da questa enorme massa così spaventosa e accogliente.
L’importante è lasciarsi trasportare senza peso e senza sforzo dalla volontà dell’acqua. E’ bello rinunciare al controllo per godere dell’assenza di pensieri e preoccupazioni, in una deriva senza ansie che regala leggerezza e pace assoluta. Sono sicuro che molti di voi capiscono perfettamente queste parole e comprendono l’importanza di prendersi il tempo di lasciare a casa qualche pensiero buio, magari in un normale lunedì mattina, per crogiolarsi al sole e aspettare il desiderio di entrare in acqua. Quella voglia dice che è tempo di cedere senza resistenza, tuffarsi nel mare e lasciarsi cullare, completamente rilassati dalle onde per ritrovare il giusto respiro e senza affanno semplicemente
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3 risposte a “Galleggiare!”
Che bello il tuo racconto Paolo!!!
Sei propio un poeta…
Ogni frase esprime la bellezza del mare e quanto ti piace il contatto con l’acqua….
Adoro il mare e mi piace anche galleggiare e sentire il magico suono dell’acqua nelle mie orecchie…
Auguri Paolo!!!
Mi hai fatto ricordare una scena tipica della serie del commissario Montalbano quando nuotava in un bellissimo mare azzurro… Lo conosci, vero?
Ci sentiamo… A presto!!!
Paula
Che bello il tuo racconto Paolo!!!
Sei propio un poeta…
Ogni frase esprime la bellezza del mare e quanto ti piace il contatto con l’acqua….
Adoro il mare e mi piace anche galleggiare e sentire il magico suono dell’acqua nelle mie orecchie…
Auguri Paolo!!!
Mi hai fatto ricordare una scena tipica della serie del commissario Montalbano quando nuotava in un bellissimo mare azzurro… Lo conosci, vero?
Ci sentiamo… A presto!!!
Paula
Buongiorno Paolo
Grazie per questo bello nuovo testo e per tutto il tuo impegnato nel tuo podcast e blog in genere.
Ti ascolto ogni giorno su Deezer adesso, quando sto guidando la macchina per andare al lavoro.
Mi aita tantissimo con il mio Italiano.
Baptiste. Un ascolatore di Francia !
Ciao